Di Biagi Maimone 3 settembre 2022.
La caduta del governo provvisorio di Mario Draghi, il cui compito era quello di aiutare l'Italia a superare la grave crisi in cui versa, ha anticipato di alcuni mesi le elezioni politiche. Quali sono le reali motivazioni che hanno indotto alcuni partiti politici a volere la crisi governativa?
La crisi è stata determinata dal Movimento Cinque Stelle che, - sottolinea Silvio Berlusconi - trovandosi in grande difficoltà ed avendo perso molti consensi, ha creduto di recuperarne una parte tornando alla sua tradizionale politica di sola protesta. I suoi veti hanno reso impossibile andare avanti, costringendo il Presidente del Consiglio alle dimissioni. A questo punto due erano le strade possibili: continuare l’esperienza del governo Draghi fino alla fine della legislatura, naturalmente senza i Cinque Stelle, come noi avremmo voluto, oppure andare alle elezioni. L’atteggiamento del Partito Democratico ha reso impossibile seguire la prima strada, che noi avevamo indicato con una mozione parlamentare, e, pertanto, il Presidente della Repubblica non ha avuto altra scelta da fare se non quella di sciogliere le Camere.
Appare evidente la maggior compattezza della coalizione di Centrodestra rispetto a quella di Centrosinistra, seppur alcune problematiche relative alla leadership, nel caso in cui essa vinca le elezioni, si sono chiaramente evidenziate. Le chiedo se non possa essere considerata una testimonianza della realizzazione della parità di genere vedere una donna, per la prima volta nel corso della storia repubblicana, a capo del governo italiano. Qual è la Sua posizione in merito?
Osservo che nei paesi europei sono stati quasi esclusivamente i partiti di Centrodestra a portare una donna alla guida del governo: penso a Margareth Thatcher e poi a Theresa May nel Regno Unito, dove probabilmente sarà una donna, Liz Truss, anche il nuovo premier che si insedierà nei prossimi giorni a Downing Street. Tutte esponenti del Partito Conservatore. Penso ad Angela Merkel, leader della Cdu, per molti anni cancelliere tedesco e statista più influente d’Europa. Il partito Cristiano Democratico in Germania fa parte, come noi, del Partito Popolare europeo, il centro moderato cristiano e liberale, alternativo alla sinistra. Non ci sarebbe nulla di strano, dunque, che, anche in Italia, fosse il Centrodestra ad indicare, per la prima volta, una donna a Palazzo Chigi.
Del resto in questa legislatura è stata proprio Forza Italia ad esprimere, per la prima volta nella storia italiana, una donna alla seconda carica dello Stato, la Presidenza del Senato. Voglio, però, aggiungere una considerazione: noi proporremo al Capo dello Stato il nome indicato da chi nel Centrodestra avrà preso più voti alle elezioni. Non in quanto uomo o donna, ma in quanto leader scelto dagli italiani, per la prima volta dal 2008.
La nascita del cosiddetto "Terzo Polo" è un'esigenza manifestata da alcuni partiti politici, in quanto considerano il bipolarismo inadeguato a rappresentare il quadro variegato della società e le sue infinite esigenze. Il Partito "Forza Italia", che ha sempre manifestato di possedere un'anima di centro o, perlomeno, in tal modo i suoi elettori hanno considerato la sua identità reale, come interpreta la necessità di far rinascere il "centro" politico?
Per la verità, se esiste un “Terzo Polo” in Italia, oltre alle due principali coalizioni, esso è costituito dal Movimento Cinque Stelle, che ha deciso di correre da solo. Esiste poi una galassia di piccoli movimenti di centro, sedicenti liberali, ma orientati verso sinistra, che comunque non giocheranno alcun ruolo concreto. L’unico centro possibile è quello che rappresentiamo noi, il centro liberale, cristiano, garantista, europeista, atlantista, il centro che in tutt’Europa si identifica nel Partito Popolare Europeo, che noi orgogliosamente rappresentiamo in Italia. Il leader del PPE, Manfred Weber, nei giorni scorsi è venuto in Italia apposta per dire che l’Europa guarda, con fiducia e speranza, al ruolo di Forza Italia come componente centrista della nuova maggioranza di governo.
L'economia italiana interpella la coscienza di ogni schieramento politico. Lo scenario economico attuale è uno scenario bellico o post-bellico. La crisi sanitaria, la crisi energetica, il problema dell'approvvigionamento del gas, l'aumento del prezzo dei beni di prima necessità, si stagliano in tutta la loro crudezza non solo davanti agli occhi del popolo italiano, ma anche, ed in misura maggiore, davanti agli occhi delle piccole, medie e grandi aziende italiane. Quali sono le Sue proposte a tale dramma economico?
I motivi di preoccupazione, in effetti, sono molti. L’Italia stava uscendo dalla più grave crisi del dopoguerra, quella legata alla pandemia, grazie all’opera del Governo Draghi, che noi, per primi, avevamo voluto alla guida del Paese nell’emergenza. L’aumento dei costi delle materie prime e soprattutto quello, drammatico, dell’energia sta generando un'inflazione del tipo peggiore, perché non è legata all’aumento della domanda e quindi genera rincari insostenibili per famiglie e imprese. Molte aziende rischiano di dover ridurre i dipendenti, o addirittura chiudere, altre dovranno scaricare sui prezzi dei prodotti l’aumento del costo dell’energia, che, nel corso dell’ultimo anno, è cresciuto da quattro a sei volte. Molte famiglie, se continuiamo così, si troveranno presto a dover scegliere se fare la spesa o pagare le bollette. E’ evidente che questo va assolutamente evitato. Vi sono alcuni provvedimenti da prendere subito: lo stato deve farsi carico, almeno per una parte significativa, del caro-bollette, se possibile senza ricorrere a scostamenti di bilancio, ma certamente senza esitazioni o ritardi. L’Europa deve trovare la capacità di parlare con una voce sola, oltre che in materia di politica estera e di difesa, anche sull’energia, per avere un potere contrattuale sui prezzi. Ma soprattutto non dobbiamo dimenticare che, se ci troviamo in questa situazione, ci sono responsabilità precise. Quando nel 2011 abbiamo lasciato il governo, la dipendenza del nostro Paese dalle forniture russe era scesa al 19.9% del fabbisogno. Tre anni dopo, con il governo Letta, al contrario, la percentuale di gas importato dalla Russia era salita fino al 45,3% del totale. Con il governo Conte è aumentata ancora, al 47.1%.
Al di là di questo, la sinistra ha altre gravi responsabilità: con la sua politica dei no ha bloccato i rigassificatori, i termovalorizzatori, persino gli impianti per le energie rinnovabili, vento e sole, che danneggerebbero il paesaggio, per non parlare della ricerca sul nucleare pulito, che è indispensabile per il nostro futuro. Il nostro prossimo governo farà ripartire assolutamente, con priorità assoluta, questi ed altri progetti per ampliare l’autosufficienza energetica del nostro Paese.
Il lavoro - come Lei sa - è il problema fondamentale della nazione italiana, dal quale deriva la necessità di una sua nuova regolamentazione, che tenga conto dell'evoluzione del mercato del lavoro, nonché la necessità della sua equa retribuzione, la soluzione delle ataviche problematiche delle Partite IVA ed anche le pensioni, da rivisitare affinché consentano una vita dignitosa a persone che hanno raggiunto la terza età, ormai fragili e bisognose di cure, nonché degne di rispetto umano. Quali sono le sue proposte?
Vi sono innanzitutto alcune necessità di carattere generale, per far ripartire la crescita e quindi l’occupazione e il lavoro.
Penso al taglio delle tasse, con la flat tax, l’aliquota unica al 23% per famiglie e imprese che, ovunque è stata applicata, si è dimostrata un formidabile moltiplicatore dello sviluppo. Penso al taglio della burocrazia, con il superamento del regime delle autorizzazioni preventive: per avviare un’attività, aprire un negozio, costruire una casa, basterà una raccomandata o una pec al comune di pertinenza e, dal giorno dopo, si potrà dare il via ai lavori, ovviamente rispettando le leggi e i regolamenti.
I controlli si faranno ex post , ma, nel frattempo, si potrà operare senza attese e senza ritardi. Penso ancora ad una giustizia che abbia finalmente tempi ragionevoli, nella media europea e che rispetti davvero i cittadini innocenti.
Vi sono poi le questioni specifiche del mercato del lavoro. Noi chiediamo una forte riduzione del cuneo fiscale, perché oggi un dipendente costa all’azienda più del doppio di quanto riceve in busta paga. E’ una tassazione invisibile e, quindi, ancora più ingiusta. Dev’essere fortemente ridotta e il denaro risparmiato deve andare per i 2/3 ai dipendenti per aumentare i salari e gli stipendi e per 1/3 alle aziende per migliorare la redditività e avere più risorse per gli investimenti. Il cuneo fiscale deve essere addirittura azzerato per i primi due anni, per chi assume, in modo stabile, un giovane al primo impiego: nessuna tassa e nessun contributo per incentivare le aziende ad investire sui giovani. Ad essi dev’essere garantito uno stipendio dignitoso di almeno 1000 euro al mese, anche per i contratti di apprendistato e di praticantato. Sotto questa cifra non si può vivere in modo accettabile, soprattutto nelle grandi aree metropolitane.
Per questa stessa ragione, e vengo all’altra parte della sua domanda, abbiamo il dovere assoluto di aumentare a 1000 euro mensili, per 13 mensilità, le pensioni agli anziani e ai disabili, compresa quella categoria di persone che non hanno mai versato contributi perché per tutta la vita hanno lavorato duramente in casa, per la famiglia, per crescere i figli: parlo delle nostre mamme e delle nostre nonne.
Infine, ma certo non ultime, le partite IVA. Il regime fiscale che proponiamo è particolarmente conveniente per questa categoria, oltre ad essere molto più semplice e più chiaro di quello esistente. Saremo sempre al loro fianco su tanti temi, dalla riforma dell’equo compenso al tetto alle commissioni bancarie per i POS, perché sappiamo che essi rischiano in proprio, che sono una delle colonne portanti del sistema di libera iniziativa e che non godono delle tutele di cui godono gli altri settori.
Ed, infine, Gentile Presidente, Le sarò molto grato se vorrà rivolgere un Suo messaggio ai lettori del "Giornale delle Partite Iva", ai lettori del quotidiano "America Oggi TV" e agli italiani che vivono negli Stati Uniti d'America.
Ai nostri connazionali che vivono all’estero posso solo dire che sono orgoglioso di come rappresentano il nostro Paese nel mondo. Sono i migliori ambasciatori del nostro “sistema Italia”, nel Nord America, come in tutti i paesi stranieri, si sono fatti apprezzare con il duro lavoro, dimostrando spirito di iniziativa, grande lealtà verso il Paese che li ospita, ma anche un commovente attaccamento alla Patria. Considero uno dei successi più importanti dei miei governi il fatto di aver reso possibile l’esercizio del diritto di voto per i nostri concittadini all’estero. Saremo al loro fianco anche questa volta, istituendo di nuovo il Ministero per gli italiani nel mondo, potenziando la rete consolare, facilitando il recupero della cittadinanza per chi lo desidera, garantendo che non siano penalizzati sul piano fiscale. Per il voto degli Italiani all’Estero, come è noto, si presenta una lista unitaria del Centrodestra, con, nel simbolo, i nomi dei tre leader, Meloni, Salvini e il mio. Invito di cuore tutti a votare quel simbolo, ma anche a scegliere con il voto di preferenza la candidata di Forza Italia, Fucsia Nissoli, che, in questi anni, ha svolto un ottimo lavoro in Parlamento e che si ricandida per la Camera dei Deputati. Più forte sarà Forza Italia all’interno del Centrodestra di governo, meglio potrà garantire l’attuazione di questo programma e, in generale, il profilo europeista e filoatlantico della politica del nostro Paese.
A tutti i lettori rivolgo un saluto e un augurio affettuoso, che vale non soltanto per queste elezioni, ma per il futuro del nostro meraviglioso Paese, per voi e le vostre famiglie: l’augurio di realizzare le cose più belle che ciascuno porta nel cuore.
Bisogna crederci, credere nell’Italia, credere nel futuro, perché chi ci crede combatte, chi ci crede supera tutti gli ostacoli, chi ci crede vince!